La Dott.ssa Ilenia Sisinni, neo-laureata della facoltà di Giurisprudenza e praticante avvocato presso lo Studio Legale Maiorino di Cava de’ Tirreni, è interessata a chiarire alcuni punti riguardanti il diritto ad una sana alimentazione sul piano giuridico-alimentare, con un’attenzione particolare alla refezione scolastica.
Sì. La tutela della salute, com’è noto, è definita dall’articolo 32 della nostra Costituzione come un diritto fondamentale dell’individuo. Spesso, però, si è verificato che la tutela della salute sia divenuta oggetto di trattative tra governi ed imprese multinazionali. Anche la sana alimentazione ha subito la stessa sorte: si tende, infatti, a pubblicizzare per lo più lo “junk food”, il cosiddetto “cibo-spazzatura” piuttosto che prodotti naturali.
Forse ad una globalizzazione sbagliata. I ritmi di vita sono divenuti sempre più frenetici, ma laddove cibo-veloce è cibo-spazzatura è ovvio che la scelta non è positiva. Noi italiani, però, possiamo ancora salvarci perché in Italia il cibo è cultura, è identità. Ricordiamo che la dieta mediterranea, la nostra dieta, è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità da parte dell’UNESCO! Ed è proprio per questo che educazione, alimentazione e salute dovrebbero procedere di pari passo. Anche grazie alla legislazione!
Se il cibo è cultura dev’essere anche oggetto di studio. Allora perché non passare attraverso la scuola? La nostra scuola! Dobbiamo accompagnare in questo cammino innanzitutto i bambini perché la scuola è, accanto naturalmente alla famiglia, il luogo dove si fanno proprie le abitudini tipiche di una determinata cultura. L’Educazione Alimentare praticata nelle Scuole Italiane servirebbe ad aiutare i giovani a costruire un buon rapporto con il cibo e proprio EXPO 2015 è stata un’occasione fondamentale per discutere della triade educazione – alimentazione – salute.
No. É un buon punto di partenza, ma non è sufficiente. Da un punto di vista più pratico, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione al fatto che la scuola oltre ad essere luogo di apprendimento è il luogo ove i bambini spesso consumano almeno un pasto della giornata. Si rendono allora necessarie delle linee-guida da seguire.
Il capitolato d’appalto. Si tratta di un documento in cui vengono definiti i vincoli contrattuali tra Comuni, Scuole e fornitori, sia quando la gestione è diretta e le Scuole acquistano solo forniture alimentari, sia quando il servizio è appaltato. In esso sono specificate le modalità con cui il servizio di ristorazione nelle scuole viene fornito, servizio che deve rispondere ai criteri di qualità e gradimento (preferire alimenti a filiera corta, tempi di trasporto brevi, alimenti DOP, IGP e STG….).
Non sempre. Basta guardare la Tabella N° 2 del documento elaborato dal Ministero della Salute. Viene previsto come piatto unico, ma ci riferiamo alla pizza condita esclusivamente con olio extravergine d’oliva, con un impasto che presenta una lievitazione di almeno 24 ore. Inoltre, i prodotti utilizzati devono essere ingredienti che rispettino criteri d’eccellenza. I menù devono rispondere alle caratteristiche di varietà, stagionalità, qualità nutrizionale, e devono essere preparati su 4/5 settimane. Ciascun pasto deve prevedere un contorno di verdure/ortaggi, pane non addizionato di grassi, frutta di stagione di almeno tre tipi diversi nell’arco della settimana. Il sale va usato moderatamente e comunque sempre iodato. É inoltre doveroso dare la possibilità di pranzare a scuola anche ai bambini che presentano intolleranze o allergie alimentari, attraverso la previsione di diete speciali.
É fondamentale il dialogo e lo scambio di informazioni tra Famiglia, Scuola, Asl, Comuni e Imprese, dunque lancio un appello ai genitori cavesi (…e non solo) affinchè si presti una maggior attenzione alla refezione scolastica oltre che ad una sana e corretta alimentazione anche a casa. Nel 2014, un’indagine conoscitiva inerente al servizio di ristorazione scolastica avviata dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha fatto emergere, attraverso questionari, che purtroppo c’è ancora una percentuale di plessi scolastici che non applica le linee di indirizzo nazionale.
Quando si rende necessario lanciare un grido di protesta nei confronti dei responsabili dei servizi alimentari per evidenziare la scarsa qualità di alcuni piatti, fatelo! Se per voi si rende necessario un controllo costante sui menù e sui loro cambiamenti, fatelo! La tutela del diritto ad una sana alimentazione, è un diritto fondamentale di noi tutti e in particolare dei più piccoli.
Allegato PDF :
Alimento/gruppo di alimenti | Frequenza di consumo |
Frutta e vegetali | Una porzione di frutta e una di vegetali tutti i giorni |
Cereali (pasta, riso, orzo, mais…) | Una porzione tutti i giorni |
Pane | Una porzione tutti i giorni |
Legumi (anche come piatto unico se associati a cereali) | 1-2 volte a settimana |
Patate | 0 -1 volta a settimana |
Carni | 1-2 volte a settimana |
Pesce | 1-2 volte a settimana |
Uova | 1 uovo a settimana |
Formaggi | 1 volta a settimana |
Salumi | 2 volte al mese |
Piatto unico (ad esempio pizza) | 1 volta a settimana |
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