Sono stati identificati, per la prima volta, i batteri coinvolti nello sviluppo dell’obesità e del fegato grasso nei bambini. La scoperta riguarda il macrobiota -ovvero l’insieme di microorganismi (alcuni miliardi, in prevalenza batteri) localizzati nel tubo digerente e un tempo conosciuti come flora intestinale- ed è frutto dei ricercatori dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Una scoperta rilevante, spiegano gli specialisti, perchè apre la strada alla messa a punto di integratori specifici “personalizzati” a base di microrganismi, i cosidetti probiotici, che potranno essere utili per la cura di queste malattie. Una scoperta alla quale l’università Niccolò Cusano ritiene sia giusto dare spazio per continuare a sensibilizzare sui valori della ricerca scientifica.
Risultati. Lo studio, pubblicato sulla rivista Hepatology, ha infatti descritto per la prima volta a livello internazionale un modello di microbiotica associato a fegato grasso e obesità. I ricercatori hanno scoperto nell’intestino dei bambini obesi e con fegato grasso alcune famiglie di batteri troppo numerose (Ruminococcus e Dorea) se paragonate a quelle presenti in un soggetto sano, mentre altre sono troppo esigue (Oscillospira). L’oscillazione tra alterazione della flora intestinale e obesità, affermano, apre ora la strada alla creazione di probiotici “a misura” dei piccoli pazienti, favorendo la guarigione dell’organo nel caso di fegato grasso e il recupero del peso ottimale nel caso di obesità.
Ma i vantaggi sarebbero anche di natura economica. Aumenta il consumo di integratori e se in Europa la spesa media pro capite annuale per acquisti di integratori alimentari, di cui i probiotici costituiscono la parte più rilevante, è di 27 euro, in Italia si attesta invece a 41 euro pro capite. Ingente il giro di affari correlato ai probiotici: si calcola che nel 2016 si spenderanno nel mondo 42 miliardi di dollari. Un uso più “mirato” dei probiotici, rilevano gli esperti, significherebbe anche un risparmio per i cittadini.
Dallo studio emergono due evidenze molto importanti, soprattutto per i pediatri, afferma Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche, in primis che per avere un fegato sano bisogna avere un intestino sano, popolato cioè da batteri “amici”. La seconda evidenza è la necessità di una più scientifica e aggiornata prescrizione dei probiotici per i bambini.
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